IN CROAZIA E BOSNIA CON
BARBY E ALE

Foto cliccabili

Eccoci qui a descrivere il nostro breve viaggio fatto a luglio 2008 tra Croazia e Bosnia.
Il resoconto parte dalla Croazia, nostra base di partenza e arrivo durante le vacanze.
Ci imbarchiamo a Fiume (Rijeka) lunedì ore 20.00 con la compagnia navale Jadrolinija (www.jadrolinija.hr), l’arrivo è previsto per le ore 6.00 di martedì mattina a Spalato (abbiamo optato per questa soluzione del viaggio di notte e in nave perché nel 2007 abbiamo percorso lo stesso tragitto fino a Dubrovnik, circa 700 km in un giorno a 42-43 gradi in autostrada..letteralmente massacrante..).

Risolto qualche piccolissimo problema all’imbarco (abbiamo scoperto che l’agenzia per la convalida dei biglietti acquistati su internet era a 500 metri dal porto solamente quando eravamo già praticamente in coda con le ruote sul ponte della nave) e, sistemata e ancorata la moto, ci dirigiamo subito a depositare i bagagli nella stanza prenotata.. apriamo la porta e.. “scusa ma c è un’altra stanza o è tutto qui???”
..era tutto li, letto a castello, lavandino, uno sgabello (?), mini-armadio, il tutto in circa 4 metri quadri… Ci guardiamo un po’ perplessi.. va beh, per dormire 5 ore va bene ugualmente..
Nel frattempo vediamo la stessa scena con dei nostri vicini di camera, dei motociclisti tedeschi che avevano portato le 3 borse di un GS nel loro mini appartamento.. non abbiamo ben capito cosa dicessero, ma dal tono di voce e dalle risate probabilmente si stavano facendo le stesse nostre domande..
Sbarchiamo a Split in perfetto orario, giornata limpidissima, leggera brezza dal mare, il tempo ideale per iniziare una giornata in direzione Mostar.
In circa 2 ore raggiungiamo il confine Croato/Bosniaco, alle 8.30 usciamo dalla Croazia con un “in bocca al lupo” dettoci dal poliziotto in dogana ed eccoci davanti alla polizia bosniaca. “Guten tag” ci uno dei poliziotti, “Good morning” rispondiamo noi, “Dove andate?” ci chiede in italiano..
“Andiamo a fare un giro a Mostar e Sarajevo per turismo”
Bene, ci dice il poliziotto, “Bene, prego Passaporti, carta verde e assicurazione della moto”
Mentre cerchiamo di fargli capire che dobbiamo spostarci un po piu avanti per cercare di parcheggiare in maniera decente visto l’ingombro dell’LT cominciamo a chiederci … “ma il libretto.. sarà nella borsa destra o sinistra…? La carta verde.. sono sicuro che ce l abbiamo perché ho controllata..ma .. sarà con il libretto o magari è nel portafoglio…?”
Trovati tutti i documenti, fatti tutti i controlli del caso tra quando indicato sul libretto e la moto, il poliziotto ci augura buona vacanza…
Percorriamo qualche chilometro e notiamo subito che il paesaggio ci appare molto pulito, tranquillo, ordinato con poco traffico. Facciamo benzina in una stazione di servizio, nessuno parla inglese, chiediamo di pagare con carta di credito e ci fanno capire che vogliono contanti. Kune croate? No, euro. Benissimo, paghiamo e appena partiti cerchiamo di fare una conversione Bata bosniaco/euro.. alla fine decidiamo di rimandare questa operazione che ci pare alquanto complessa..
Dopo qualche ora di guida in una stada molto scorrevole e dai paesaggi stupendi, scolliniamo e in lontananza, nella conca di una valle vediamo Mostar dall’alto. All’ingresso della città notiamo subito che parecchie abitazioni sono state ricostruite, ma molte ancora riportano i segni della guerra con le facciate tutte bucherellate dai colpi sparati. C’è un discreto traffico, alcune auto datate e non molta gente per le strade.
Seguiamo le indicazioni per il famoso ponte dal quale dicono la gente locale si tuffi, arriviamo vicino e nel parcheggio pubblico gratuito, ci si avvicina un personaggio che ci suggerisce il pagamento di 0,50 centesimi in modo che ci possa garantire di controllare la moto, cerchiamo nelle tasche, troviamo 1 euro e il ragazzo presente ci ringrazia e si allontana. Sistemiamo lucchetto sulla ruota anteriore, posteriore, blocca disco, allarmiamo la moto e ci allontaniamo..
Il ponte è stato ricostruito dopo essere stato distrutto ed è effettivamente bellissimo, l’acqua sotto è di colore verde smeraldo. Rimaniamo qualche minuto a vedere se lo stuntman locale decide di tuffarsi, ma dopo qualche tentennamento di troppo decidiamo di fare un giro tra le miriade di vetrine e negozietti locali ricche di profumi e aromi da noi non presenti.
Ripartiamo quindi in direzione Sarajevo, passando Gornya grabovica e costeggiando per diversi chilometri il fiume Neretva che segue la strada, a volte creando delle anse lunghissime immerse nel verde.
Verso le ore 17.00 arriviamo a Sarajevo, il cielo ormai si è annuvolato e comincia a piovere. Con qualche difficoltà di orientamento nella periferia riusciamo a raggiungere l’hotel (prenotato anche quello via internet direttamente da casa per assicurarci di avere un garage al chiuso). Sistemiamo i bagagli in camera, doccia veloce e taxi per raggiungere velocemente il centro città.
Il centro di Sarajevo è un mix di culture occidentali e arabe, con un via vai immenso di comitive di turisti stranieri in fila sul marciapiede dietro alla guida. Visitiamo velocemente a causa della pioggia qualche “punto di interesse” (così vengono chiamati dalla cartina del turist office) nei pressi del centro pedonale per poi decidere di sederci a mangiare qualcosa di tipico: una sorta di pita greca ripiena di carne, cipolle e peperoni.. immaginandoci una fresca birra media come bevanda ma, aimè, gli alcolici nel centro storico di Sarajevo sono vietati e quindi optiamo per la classica coca cola.
Si sono fatte ormai quasi le 20, il tempo è notevolmente peggiorato, decidiamo quindi di rientrare in hotel documentandoci su qualche posto da visitare nel viaggio di ritorno passando per i laghi di Plitvice restando un paio d’ore nella hall guardando il via vai di gente li per lavoro e per turismo .
L’indomani partiamo verso le 6.30, lasciamo Sarajevo immerso in un caos terribile, camion, taxi, autobus e auto che tutte assieme fanno un odore di smog irrespirabile, dietro di noi il cielo è completamente scuro e per il momento, nonostante sia luglio, siamo vestiti come fosse novembre sulle alpi.

Prendiamo direzione Jajce, per poi proseguire per Bihac, la strada è stupenda, vallate, prati, montagna, nuove aziende, segno di un paese che si sta ricostruendo. Ogni volta ci fermiamo gruppi di curiosi girano attorno alla moto e appena vedono la targa italiana iniziano delle discussioni a noi incomprensibili sorridendoci.
Nel primo pomeriggio arriviamo finalmente al confine Bosnia/Croazia, una immensa dogana dove ci sono solamente 2 poliziotti che ci chiedono se abbiamo qualcosa da dichiarare senza fare troppi problemi, il tempo nel frattempo è notevolmente migliorato.
Seguiamo ora direzione Plitvice, un parco nazionale patrimonio dell unisco, famoso per i suoi laghi, cascate e giochi d’acqua tutti naturali (parcheggio gratuito all’ingresso della porta2 per motocicli).
All information point (www.np-plitvice.tel.hr) propongono diversi tipi di biglietti, dal giro di 2 ore, a quello di 4 a quello di tutto il giorno. Optiamo per le 4 ore risalendo parte della montagna con dei camion che trainano delle carrozze con circa 40 posti a sedere e riscendiamo a piedi. Bellissimo, acqua turchese, pesci, rane, cascate e sentieri all’infinito.


Ripartiamo verso le ore 18 da Plitvice direzione Carlovac per poi prendere l’autostrada che ci porterà di nuovo in Istria, dove arriviamo per le ore 23.00.
Alcune info sul tragitto:
Fiume/Spalato: nave con partenza alle 20.00 arrivo ore 6.00
Spalato/Mostar: 190 km, tempo di percorrenza circa 3 ore.
Mostar/Sarajevo: 140 km, tempo di percorrenza circa 2 ore.
Sarajevo/Plitvice: 350 km, tempo di percorrenza circa 5 ore.
Plitvice/Vsar (istria): 365 km, tempo di percorrenza circa 3 ore (via autostrada)
Totale km in 2 giorni (Spalato-Mostar-Sarajevo-Plitvice-Vsar) = 1208
Per l ingresso in Bosnia è sufficiente la Carta D’identità.
Per il veicolo è necessaria la carta verde, attenzione allo stato dei pneumatici, ad ogni dogana vengono controllati.
In Bosnia si può pagare tranquillamente in euro ovunque.
Nelle città parlano inglese, nei paesini è molto molto difficile.
Frequenti controlli di polizia lungo le strade (anche con telelaser).