METEORA

     
Meteora è un posto famoso in Grecia ed in Europa. E’ un possente centro religioso dell’oriente ortodosso, costituito da sei monasteri ancora funzionanti e da un settimo disabitato. Altri quattordici sono andati distrutti, ma le loro rovine sono ancora visibili. Meteora si trova al margine nord ovest della pianura della Tessaglia ( nord della Grecia ) ed è costituito da un insieme di torri di pietra, sopra alcune delle quali sono stati arditamente costruiti i monasteri ( Meteora significa: " che sta in alto nell’aria " ). Per arrivare alla cittadina di Kalambaka c'è un ottimo asfalto, una strada tutta a curve, paesaggio assai interessante con territorio praticamente disabitato, una benedizione per gli animali e la natura in genere. Qui vive il grifone, un rapace grande quasi come il gipeto. Vi dico subito che vale proprio la pena di organizzare un viaggio per vedere Meteora, che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità. Si resta incantati dalla visione esterna di questi monasteri, sorti tra il XIV e il XVI secolo d. C. Affascinante è la visita delle chiese, le cui pareti interne sono completamente coperte da originali affreschi dell’epoca bizantina. Stupendo è il panorama, che si può godere dalla sommità di queste costruzioni in cima alle torri.
Tra le montagne del Pindo e degli Hassia, dove la calma e fertile pianura   della Tessaglia confina con le prime alture di queste montagne della  Grecia centrale, sono situate le Meteore. Delle enormi rocce di colore scuro si innalzano all'estremità della  pianura tessalica, creando un quadro grandioso e selvaggio, che fa pensare   a combattimenti di mitici giganti  E' uno spettacolo inimmaginabile, tanto è imponente per la sua grandezza e    le sue forme. Il visitatore che guarda questi elementi di pietra si sente  investire da strani sentimenti, misti di timore ed ammirazione, e dalla  netta impressione della vanità dell'esistenza umana in mezzo all'Universo infinito. Le Meteore fanno nascere nel visitatore sentimenti di timore e  venerazione: sembra aleggiare nel paesaggio qualcosa della lotta intima  dell'anima di un asceta, con i suoi momenti di sconforto, ma anche di sublime elevazione spirituale. I monasteri di Varlaam (in basso a destra), della Trasfigurazione (in alto) e di S. Nicola Anapafsa (a sinistra) sembrano i fedeli guardiani della tradizione cristiana, tre sopravvivenze di un modo di vita monastica che raggiunse il suo apogeo nelle Meteore 500 anni fa. Non esistono leggende sulle Meteore e la mitologia non si è occupata di questo fenomeno straordinario. La loro.esistenza si perde nella notte dei  tempi, ma solo nell'ultimo millennio gli storici hanno cominciato ad occuparsene. Questo imponente fenomeno geologico, unico al mondo, è stato studiato a  più riprese da geologi greci e stranieri, senza tuttavia che essi siano   potuti arrivare ad una conclusione concorde per quanto riguarda l'origine  di queste rocce giganti. Sembra che la teoria più vicina alla realtà sia  quella del geologo tedesco Philipson, venuto in Grecia verso la fine del  secolo scorso. A suo avviso queste enormi masse di roccia sono state  create da un conoide di deiezione, cioè dai detriti (ciottoli fluviali e pietre calcaree) depositati da un grande fiume che, milioni di anni fa, si versava in un golfo profondo nel mare che allora copriva la Tessaglia. Nel corso delle età geologiche questo deposito si modificò in una massa solida e compatta di conglomerato calcareo che fu quindi sottoposta ad una intensa opera di dilavamento quando le acque si ritirarono attraverso la valle di Tempe nell' attuale Mare Egeo. Più tardi, durante l'era terziaria, si formò il ripiegamento alpino della catena del Pindo, provocando una frattura tra queste rocce e formando tra loro la valle del fiume Peneo. La natura inaccessibile e selvaggia del luogo assicurò agli abitanti, nel corso dei tempi, una valida protezione contro le incursioni degli invasori che a più riprese entrarono in Tessaglia. Queste rocce furono all'inizio
un asilo sicuro per gli eremiti e più tardi per i monaci che, rinunciando al mondo, si sentivano più vicini a Dio, tendendo a raggiungere la perfezione della vita cristiana con la carità e le privazioni, nella pace celeste di queste rocce. Questi asceti, all'inizio eremiti isolati, pregavano in piccole cappelle che si chiamavano «oratori». In seguito, poco a poco, si unirono a formare delle comunità religiose, per vivere più compiutamente il loro impegno cristiano. Non si sa quando le Meteore siano state abitate per la prima volta. Tutte le fonti scritte esistenti risalgono ad epoche in cui la vita monastica era già organizzata. Alcuni bizantinologi sostengono che esistessero dei monaci organizzati in conven­ti già prima del secondo millennio d.C. Secondo altri il primo asceta fu un certo Barnaba, che nel 950- 970 fondò l'antichissimo convento di S. Spirito. Il monastero della Trasfigurazione fu fondato poco dopo da parte di un monaco cretese, Andronico, intorno all'anno 1020, mentre nel 1160 altri eremiti fondarono il convento di Stagon sulla roccia di Dupiani. Circa 200 anni dopo l'eremita Varlaam fondò il monastero dei Tre le-rarchi e di Tutti i Santi. Ancora più tardi sconosciuti religiosi fondarono altri conventi: S. Trinità, S. Stefano, Presentazione al Tempio, Russanos o Arsanos, S. Giorgio di Mandila, S. Nicola Anapafsa, Vergine di Mecani, Santi Teodori, S. Nicola di Bantova, SS. Apostoli, S. Gregorio, S. Antonio, Pantokrator, Santa Solitudine, S. Giovanni, Battista, Ipsilotera o dei Calligrafi, S. Modesto, Alysis, Apostolo Pietro, S. Demetrio, Callistrato, Arcangeli, S. Giovanni di Bunila.Questa città monastica si organizzò nel corso dei tempi e fu sostenuta con numerosi doni e privilegi da potenti famiglie cristiane. Al culmine della sua prosperità, nel 17° secolo, o-spitò un numero veramente grande di monaci e asceti. Successivamente la sua fortuna declinò e oggi sono ancora in uso solo i monasteri della Trasfigurazione, di Varlaam, di S. Nicola Anapafsa, di Russano, della Santa Trinità, di S. Stefano (e parti di uno o due altri). I resti degli altri conventi una volta esistenti sono completamente spariti.I primi asceti scalavano le rocce delle Meteore per mezzo di una serie di impalcature, che venivano sostenute da travi fissate nella roccia. Questa sistemazione (di cui si possono distinguere ancora le tracce) fu rimpiazzata più tardi da lunghissime e vertiginose scale di corda. Quelli che non osavano servirsene venivano tirati su per mezzo di una rete. La salita durava circa mezz'ora: mezz'ora di angoscia e di terrore. Un sudore freddo imperlava la fronte di colui che si accingeva alla salita quando, staccatasi dal suolo, la rete si metteva a girare in cerchio nel vuoto, mentre la corda strideva sul verricello, minacciando da un momento all'altro di mandare il visitatore in fondo all'abisso. Dal 1922 delle scale tagliate nella roccia permettono di accedere al monastero in modo sicuro e facile. La rete è ancora usata per il trasporto degli alimenti e di altri generi di prima necessità.