IL PASSATO RIVIVE A CARZETO

Articolo tratto "GAZZETTA DI PARMA"

Quasi duecento motociclisti sono stati i protagonisti della decima edizione della rievocazione storica del Circuito di Carzeto di Soragna. La presenza di un grande numero d’appassionati provenienti da mezza Italia, erano dieci le regioni rappresentate, a cui si deve aggiungere un gruppetto di stranieri arrivati dalla Svizzera e dalla Slovacchia, costituisce l’ennesima conferma di quale seguito goda la manifestazione organizzata dal Circolo Amici di Carzeto in collaborazione con il club Ruote a Raggi di Parma. Le motivazioni di questo successo sono da ricercare in diversi fattori. Ad iniziare dal fascino d’affrontare le stesse strade che sono state teatro del primo circuito italiano del dopoguerra. La prima edizione del Circuito di Carzeto di Soragna si disputò il 7 aprile 1946 su un percorso di poco meno di cinque chilometri. A distanza di sessant’anni, salvo il rifacimento del manto stradale, è rimasto lo stesso che hanno affrontato i partecipanti alla rievocazione. Questa opportunità, possibile solo grazie alla collaborazione del Comune di Soragna, che consente la chiusura delle strade d’accesso.,a.. Carzeto durante la rievocazione, ne fa un evento eccezionale, che conosce pochi uguali in Italia.
A fare della rievocazione del Circuito di Carzeto una grande festa per tutti gli appassionati ,contribuiscono anche la mancanza di qualsiasi vincolo tecnico sulle moto e la grande cordialità degli organizzatori, che si concretizza nella magnifica tavolata finale a base di prodotti tipici.. Fin dall’esordio, alla rievocazione hanno potuto partecipare tutte le moto d’epoca, senza distinzione tra quelle certificate delle varie associazioni e tutte le altre. Questo ha agevolato la presenza di tutti gli appassionati, ma non ha escluso l’intervento di molte “moto da sogno”. Una tradizione che non è stata smentita neppure quest’anno. Basta ricordare le MV Agusta 500 tre e quattro cilindri del 72 della collezione di Ubaldo Elly, che erano state usate da Giacomo Agostini e Gianfranco Bonera, le Flarley-Davidsòn 250 e 350 usate da Walter Villa per conquistare i suoi. cinque titoli iridati, che sono arrivate a Carzeto grazie alla passione di Albino Fabbris, ex tecnico del reparto corse Harley-Davidson, e di Giuseppe Mainetti. A fare grande il livello tecnico della rievocazione hanno contribuito anche le moto che sono state le interpreti e le protagoniste delle gare degli anni Quaranta e che a Carzeto hanno corso e vinto. E affascinante rivedere in azione le varie Moto Guzzi 250 Albatros e Gambalunghino della collezione di Dario Sebaste, le Gilera Saturno Competizione delle collezioni di Manara e di Minardi e le Norton Manx deIle collezione di Battisti e di Calestani. Anche questa volta non sono mancati i campioni del passato. Emilio Mendogni, Vittorio Zito, Giampiero Gatti, Emilio Locati e Peter Balaz sono ormai degli habitué, ma lo svizzero Enrico Canonica, campione elvetico nel ‘69, i pesaresi Paolo Campanelli e Luciano Battisti e il fiorentino Giuliano Maoggi, hanno “esordito” quest’anno. Particolarmente significativa la presenza di Maoggi, vincitore del Moto Giro d’italia del ‘56, che nonostante abbia già superato gli ottant’anni, al pari di tutti gli altri campioni, non ha voluto rinunciare ai due turni di prove previsti per ogni partecipante.