TRA LE COLLINE PARMENSI PIACENTINE

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on ritardo pubblichiamo il nostro report sul giro turistico sulle colline Parmensi Piacentine .
Ritrovo con altre coppie motocicliste e partenza dal casello autostradale di Fiorenzuola direzione Lugagnano .
Usciti dal caseggiato di Fiorenzuola prendiamo le indicazioni per Castell'Arquato (Castél Arquä in Piacentino) è un Comune di 4.670 abitanti in provincia di Piacenza Strategicamente situato sulle prime alture della Val D’arda il borgo medioevale è arroccato lungo la collina e domina il passaggio. Il centro storico resta sviluppato sulla riva sinistra del torrente Arda ,il borgo è costruito secondo la struttura dei borghi medioevali e non ha subito negli anni modifiche È città d'arte. “Attenzione al semaforo sul ponte del torrente provvisto di telecamere il famigerato foto red in oltre appena fuori dal caseggiato di Castell’ Arcuato direzione Lugagnano c’e’ una postazione fissa di autovelox segnalata “ proseguiamo il nostro itinerario per il comune di Lugagnano Val d’Arda . 
Il paese e’ rappresentato dai fantastici calanchi di Monte Giogo, unici nel loro genere per bellezza e per suggestione. Il territorio dell’Appennino Piacentino, infatti, è spesso interrotto bruscamente da gole, guglie e affioramenti rocciosi. Tra questi, appunto, troviamo i calanchi di Monte Giogo che contornano il paesaggio del comune di Lugagnano. Questi sono prevalentemente costituiti da argille, calcari e arenarie, nelle quali è facile rinvenire reperti archeologici (molluschi, specie animali e vegetali in forma fossile) appartenenti al Piacenziano(5,3 e 1,8 milioni di anni fa). Per tutelare questo territorio unico in Italia, nel 1995 è stata istituita la Riserva Geologica del Piacenziano che comprende, oltre a Lugagnano, anche varie stazioni distribuite nei comuni adiacenti .
Proseguiamo il nostro tour in direzione Vernasca cominciando ad arrampicarci per splendi tornanti in una sequenza impressionante e li per i piu’ pistaioli c’e’ veramente da “piegare” arrivati in piazzetta ci fermiamo per la sosta colazione da li si può ammirare uno stupendo panorama della val d’arda .
La zona di Vernasca, abitata sin dal Neolitico, venne strappata dai romani alle popolazioni liguri qui insediate all'epoca della conquista. A guardia della vallata i Liguri avevano eretto sui rilievi una serie dei loro villaggi fortificati, i cosiddetti "castellieri", edificati a vista l'uno rispetto all'altro per consentire alle informazioni di correre veloci. Tracce di castellieri sono state trovate a Rocchetta di Carameto, a Settesorelle ed a Casali di Morfasso. Il sistema dei castellieri, ancora in fase di studio e sul quale sono state formulate numerose ipotesi, interessava comunque tutto l'Appennino piacentino ed era una prerogativa comune a tutte le popolazioni di ceppo celto-ligure della zona.
Successivamente alla presenza romana, dopo il periodo privo di notizie storiche corrispondente all'Alto Medioevo, il territorio di Vernasca entrò a far parte dei possedimenti dell'Abbazia di Val Tolla, fondata presumibilmente nella prima metà del secolo VII. 
Durante questo periodo il borgo, ancora denominato "Lavernasco" come nella forma originaria, fu dotato dall'Abbazia di un castello (secolo X). 
Tale fortilizio è nominato in un documento in cui l'imperatore Enrico II concede un privilegio all'Abbazia stessa. 
Il castello venne acquistato nel 1029 dal marchese Ugo di Provenza, quindi passò ai Malaspina per poi tornare all'Abbazia (1048), della quale seguì il destino: passato con tutti gli immobili agli Sforza di S. Fiora rimase per un certo periodo in auge quale sede del giusdicente di Val Tolla (insieme al castello di Sperongia) quindi andò in rovina quando questa funzione civile fu trasferita a Lugagnano. Gli stessi Sforza di S. Fiora (ramo Cesarini) rimasti proprietari del feudo di Vernasca fino al Settecento, furono privati dei propri domini con la venuta degli eserciti napoleonici.
Proseguiamo il nostro giro turistico prendendo le indicazione pellegrino Parmense e dalla valle del Arda ci spostiamo alla vallata del Ceno transitiamo per un crinale scendendo verso il paese di pellegrino davvero stupendo e’ il panorama circostante e’ suggestivo si vede la valle del ceno e tutto l’appennino vale veramente la pena transitare a bassa velocita’ per godersi lo scenario scendendo i tornanti verso il paese ad un certo punto si scorgera’ Il Castello di origine altomedievale che domina il caseggiato ed è tra i più antichi della provincia di Parma. Recentemente ristrutturato ad opera di imprenditori privati è ritornato agli antichi splendori. All'interno, splendide sale con preziosi arredi ed una Cappella in cui si respira ancora un'atmosfera ricca di fascino e di storia. Ora residenza privata, può essere visitato previo appuntamento.
Scendiamo nuovamente direzione Varano Melegari noto da noi motociclisti per il circuito Riccardo Paletti in cui si svolgono Prove libere in pista e un trofeo molto rinomato e conosciuto il “Moto Estate” 
Il monumento storico più importante di Varano è il Castello Pallavicino, il cui impianto risale al 1208. L'assetto definitivo si ha però nel XV secolo ad opera di Rolando Pallavicino detto il Magnifico (1393-1457). 
Teniamo le indicazioni per Bardi e facciamo il fondo valle costeggiando le rive del torrente Ceno,dopo circa 15 km circa la strada torna a salire gentilmente fino a intravedere la maestosa Rocca Il borgo è dominato dall'imponente mole della rocca, eretta su uno sperone a picco sul corso del Torrente Ceno. La prima testimonianza relativa al castello risale all'869. Nel 1257 il feudo passò ai Landi di Piacenza che rimasero signori di Bardi per oltre quattro secoli, favorendo l'organizzazione amministrativa ed economica del territorio e promuovendo l'ampliamento della rocca. La fortezza, progettata come formidabile strumento di difesa, venne progressivamente ad assumere le caratteristiche di capitale di un piccolo stato che comprendeva il territorio dell'alta Val Ceno e dell'alta Val Taro. Nel 1551 il feudo venne eretto a marchesato dell'imperatore Carlo V ed i Landi ottennero il diritto di battere moneta. Bardi venne poi ceduta ai Farnese (1682), seguendo poi le  sorti del ducato di Parma. La rocca di Bardi rappresenta un raro esempio di complesso fortificato medioevale giunto fino ai nostri giorni i ottimo stato di conservazione. Attualmente ospita in alcune sale il Museo della Civiltà Valligiana ed è il punto di riferimento di tutte le attività culturali della Val Ceno. Recenti interventi di restauro hanno consentito il recupero e l'apertura al pubblico di molti ambienti: magazzini, stalle, camminamenti di ronda, torri di guardia e residenza signorile. Nella parrocchiale di S. Maria Addolorata, è custodito un dipinto su tavola del Parmigianino raffigurante lo "sposalizio mistico di S. Caterina" (1520). Pregevoli dipinti del XVIII sec. si trovano nell'oratorio di S. Maria delle Grazie. La chiesa di S. Giovanni Battista risale nella su attuale struttura al XVIII sec. Interessante edificio romanico di tipo rustico è la chiesa di S. Siro, databile per la struttura muraria al XII - XIII sec.
Una breve sosta nella piazza del paese per aspettare una coppia ligure di motociclisti ,la giornata e’ calda le condizione della strada buone il traffico per essere una domenica scarso forse dovuto al periodo di ferie Agostane.
Riuniti finalmente tutti ripartiamo alla volta di Ferriere valicando il passo Pianazze di 987 mt non in perfette condizioni d’asfalto dopo circa 40 minuti arriviamo a Ferriere rientrando in provincia di Piacenza 
Localizzato all'estremità sud-orientale della Provincia di Piacenza, il Comune di Ferriere si estende, su un'area dì circa 180 km2, a ridosso delle dorsali appenniniche liguri-emiliane che separano il bacino del Torrente Nure da quelli dei Torrenti Taro (Parma) e Fiume Trebbia (Genova - Piacenza). Confina a nord con i Comuni di Farini d'Olmo, Coli e Cortebrugnatella, a est con quelli di Bardi e Bedonia (Parma), a sud con quello di Santo Stefano d'Aveto (Genova) e a ovest con quelli di Cerignale e Ottone (Piacenza). 
II territorio Ferrierese è pressoché totalmente articolato entro il bacino del Nure, tranne che per una piccolo propaggine, facente capo alle frazioni di Salsominore, Brugneto e Torrio, che penetra entro la Val d'Aveto e quindi nel bacino del Trebbia.
Breve sosta ristoratrice alla fontana del paese e decidiamo per l’ultima scalata appenninica per portarci al paese di Marmaglia dove faremo la sosta pranzo, prendiamo le indicazioni per il passo del Mercatello di 1058 mt la strada e’ strettina per cui bisogna prestare un po’ di attenzione il panorama circostante e’ lussureggiante l’andatura e’ molto tranquilla proprio per godersi i luoghi. 
Finalmente a Corte Brugnatella che non si identifica con un paese, ma con l'intero territorio comunale che comprende le due vallate del Trebbia e dell'Aveto; la sede del municipio è situata a Marsaglia, centro di villeggiatura lungo la SS 45. Proprio qui si può scegliere se continuare a seguire la statale 45 che attraverso il Passo della Scoffera porta a Genova oppure deviare sulla ss.586 della Val d'Aveto che porta a Chiavari. in passato la funzione di collegamento che le due vallate ebbero tra la pianura padana e il mare diede a questi abitati un importante ruolo nel controllo del flusso delle carovane mercantili e delle comitive di pellegrini.  
Il nome Corte Brugnatella si lega certamente a quello dei Brugnatelli, nobile famiglia signora del borgo di Brugnello, poche case e una chiesetta a picco su uno sperone roccioso, ai piedi del quale scorre il fiume. Nel 1164 Federico Hohenstaufen, il Barbarossa, re ed imperatore concede terre e borghi dell'alta Valtrebbia, della Val d'Aveto e della VaI Staffora alla famiglia genovese dei Malaspina con proprio diploma d'investitura, Brugnello vi è menzionata poiché il Castello viene concesso solo per tre parti, la restante rimane alla famiglia Brugnatelli fino al 1380 circa. 
Ci dirigiamo da Marmaglia a Brugnello che dista 4 km paesino davvero incantevole e qui finalmente ci ritroviamo tutti con le gambe non più in sella alla moto ma seduti comodamente ad un tavolo da pranzo.