TOUR DELLE DOLOMITI

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Finalmente ad Auronzo del Cadore: Arrivare fin qui, non ricordo a che ora, non è stato né facile né breve. Partiti di mattina presto il tour per arrivare alla nostra destinazione finale non è dei più corti e semplici. Siamo animati però da quella sana smania dataci da molta astinenza delle due ruote!!!
Per velocizzare l'andatura decidiamo di percorrere il tratto di autostrada che ci separa da Brescia evitando così una noiosa strada costellata da paesini e paesetti della fiorente campagna lombarda.
In autostrada i soliti problemi al casello il telepass non ci vuol far entrare…. Ed un po’ di traffico in uscita, con l’unica porta dedicata ai motociclisti occupata da un’auto con difficoltà di pagamento….
Da Brescia in poi comincia il divertimento ci dirigiamo verso il lago d’Idro le cui rive conosciamo bene perché meta di molte nostre scorribande, il clima è piacevole e indossare il giubbotto e i pantaloni in cordura non è fatica anzi quasi quasi…...
Il Lago d'Idro o Eridio è un lago di origine glaciale sito nella Provincia di Brescia ai confini con il Trentino. Posto a 368 metri sul livello del mare è formato dalle acque del fiume Chiese che ne è anche l'emissario. La sua superficie è di 10,9 kmq e raggiunge una profondità massima di 122 metri. Le condizioni attuali del lago destano più di una preoccupazione a causa della gravità dei fenomeni di eutrofizzazione dovuti all'assenza di un collettore fognario e per l'intenso sfruttamento delle sue acque da parte di una centrale elettrica e per uso irriguo.
Fatta la nostra solita tappa a Ponte Caffaro per la colazione proseguiamo, percorrendo in parte la valle giudicarie, in direzione Tione di Trento per imboccare la val Rendena. Arriviamo a Madonna di Campiglio tutto di un fiato affrontiamo il modesto passo Carlo Magno per giungere a Folgarida e imboccare a Dimaro la Val di Sole.
Qui si affollano alla nostra mente molti ricordi gradevoli della vacanza dell’anno scorso trascorsa qui in questa bella valle e in particolare ricordiamo con piacere il paese di Caldes. Ci fermiamo proprio qui per la seconda sosta ristoratrice, ma il viaggio è ancora lungo ed è già ora di rimettersi in sella.
Percorriamo la val di Non costeggiando il Lago Santa Giustina il cui livello d’acqua mi resta impresso perché ve né davvero tanta rispetto all’anno scorso sarà dovuto sicuramente alle abbondanti piogge primaverili.
Il lago si trova al centro della Valle, vicino a Cles. Lago artificiale, è nato con la realizzazione dell’imponente diga costruita fra il 1943 e il 1951. Lo spettacolo offerto dal bacino artificiale è davvero imponente e si inserisce perfettamente nello scenario della valle. E’ il più grande bacino della regione ed è stato costruito su iniziativa del Gruppo Edison. Ha lo scopo di raccogliere le acque del bacino imbrifero del torrente Noce per ricavarne energia elettrica.
Il lago ha una capacità complessiva di 182 milioni di metri cubi d’acqua e si estende per una lunghezza di 8 chilometri con una larghezza massima di un chilometro. Le acque del lago si insinuano nei canyon creando scenari pittoreschi ben noti agli appassionati di canoa. Prende nome dall'antico eremo di S. Giustina, situato nella forra alla base della diga, raggiungibile a piedi dall'abitato di Dermulo in un'ora e trenta scendendo lungo uno scosceso sentiero che conduce ai misteriosi ruderi, protetti da un incavo naturale della roccia.

PASSO MENDOLA

La nostra prossima tappa è il passo Mendola ed è qui che scattiamo le prime foto del tour.
Il Passo della Mendola (1.363 m) è un valico alpino sulla Strada Statale 42 del Tonale e della Mendola. È una sella posta tra il monte Penegal e il monte Roen e situata su una catena montuosa che a Nord Est strapiomba sulla Valle dell'Adige e a Sud Ovest digrada dolcemente verso la val di Non. Il passo, posto al confine fra le province di Trento e Bolzano, mette in comunicazione l'alta val di Non con Bolzano. E’ un importante centro turistico immerso fra superbe foreste d´abeti. Costituisce un privilegiato balcone con vasto panorama sia sulle Dolomiti orientali che, ad ovest, sulle cime del Gruppo Brenta, dell´Ortles e delle Alpi Passirie.
Nel secondo dopoguerra la strada della Mendola è stata teatro di diverse corse motociclistiche e automobilistiche, tra cui la cronoscalata Appiano-Mendola che per diversi anni fu inserita nel campionato nazionale cronoscalate automobilistiche. Le ultime tre edizioni della Mille Miglia (1958, 1959,1961) transitarono dal Passo della Mendola.
Come al solito Marco è esaltato dalla strada che porta al passo e che ne discende curve larghe ben raccordate, come dice lui, l’andatura che sosteniamo non è esattamente turistica, ma sempre in sicurezza e ci divertiamo le pieghe si susseguono veloci e in breve siamo al lago di Caldaro.
Più grande specchio d'acqua naturale della regione Trentino, il Lago di Caldaro, di origine alluvionale è alimentato da alcune falde subacquee. La sua superficie misura 1,55 kmq, ma la profondità media è di soli 4 metri, la massima di 7. Sito ad appena 214 metri di altitudine, il Lago di Caldaro è riconosciuto come uno tra i laghi più bassi del territorio, caratteristica che favorisce il riscaldamento naturale dell'acqua rendendolo il lago più caldo dell'Alto Adige.
Non abbiamo tempo di fermarci qui e ci dirigiamo verso Bolzano affrontiamo il traffico della città: dobbiamo arrivare in val d’Ega. Le indicazioni stradali sono chiare ed imboccare la valle è stato facile, attraversare la città di Bolzano seppur trafficata e da noi non molto conosciuta è stato una passeggiata.
La Valle d'Ega è una valle dell'Alto Adige che inizia pochi chilometri a nord di Bolzano e si estende verso sud-est sino al passo di Costalunga che porta in val di Fassa. Prende il nome dal torrente omonimo, affluente dell'Isarco.
Nei tratti più stretti è larga pochi metri ed è celebre per il lago di Carezza situato a 1.550 metri sul livello del mare dai quali è possibile scorgere da una posizione unica il massiccio del Latemar. Oggi una galleria permette di percorrere la valle evitando i primi chilometri dall'imbocco, particolarmente impegnativi per l'esigua larghezza della valle, togliendo, a parere nostro però, il fascino selvaggio che aveva anni fa l’ingresso della vallata.
Proseguiamo spediti è quasi ora di pranzo…. Il passo Costalunga ci aspetta. In strada il traffico praticamente non esiste ed è divertente aprire il gas ed affrontare il tragitto che ci separa dalla tappa del Passo. Il Costalunga si trova lungo il confine che separa il Trentino dall’Alto Adige, dove la val d’Ega si congiunge con la val di Fassa. Celebre località di villeggiatura, il Passo dista circa 8 chilometri di tornanti da Vigo di Fassa. E’ un valico dolce e ampio, racchiuso tra i pendii del Catinaccio e del Latemar. Il nome originario è Carezza e deriva dal termine tedesco "Kar" che significa scodella.

PASSO COSTALUNGA

Ci fermiamo a fare le foto di rito. Invogliati da un nutrito gruppo di motociclisti tedeschi che sorseggiano cappuccini e birre su rustiche panche e tavoli di legno, facciamo pausa pranzo in un chiosco tipico. Un panino allo speck e un’ottima birra ci restituiscono le energie per riprendere la moto, puntare verso la val di Fassa, arrivare a Canazei e salire a uno dei più spettacolari passi dolomitici: Passo Pordoi.
La val di Fassa, nel cuore delle Dolomiti, occupa l’estremità nord orientale del Trentino, ai confini con la provincia di Bolzano (Alto Adige) e di Belluno (Veneto). Una montagna di leggende, di cultura, di tradizioni, di sport e molto altro da scoprire tra queste montagne incantate, regno del leggendario Re Laurino. Il famoso re era il custode di questa valle incantata, che ancor oggi ogni sera si incendia al tramonto dando origine all’indimenticabile fenomeno luminoso denominato Enrosadira. I ladini della val di Fassa hanno custodito nel tempo questa valle di ineguagliabile bellezza, estesa per circa 20 km. e costellata da alcune delle cime dolomitiche più famose al mondo: la Roda di Vael, il Catinaccio, il Sassolungo, il gruppo del Sella, il Pordoi, i Monzoni, sui quali svetta incontrastata la Marmolada.
Affrontiamo sicuri ed emozionati la salita per il passo Pordoi, i tornanti si susseguono uno dopo l’altro: il nostro sguardo è sempre puntato là alla vetta, il Sass Pordoi ci sovrasta maestoso. 28 splendidi tornanti e lo sguardo si perde verso il gruppo del Sassolungo, del Sella, verso la Marmolada ed il suo ghiacciaio. Il Passo è incassato tra il Sass Pordoi ed il Sass Becè e delimita il confine tra le province di Trento e Belluno. Siamo a 2239 metri.

PASSO PORDOI

Sul Pordoi sono state scritte importanti pagine di storia, dalla parte di Arabba (provincia di Belluno) le aspre battaglie della Prima Guerra Mondiale sono testimoniate da un ossario che raccoglie le salme di circa 500 caduti sul fronte austro-ungarico.
E’ sempre emozionante salire al Sass Pordoi con la funivia, sfiorare le pallide pareti e scoprire un paesaggio di pura dolomia. Una terrazza naturale da cui ammirare un maestoso paesaggio, reso ancora più suggestivo dall’aria pura e frizzante dei quasi 3.000 metri.
L’aria è frizzante, il sole è splendido scattiamo molte foto ed è già tempo di ripartire.
Discendiamo il passo in direzione Arabba la prossima tappa è il passo Falzarego. Il Passo a 2109 m s.l.m. è un valico alpino del Veneto, in provincia di Belluno, che mette in comunicazione l'alto Agordino con Cortina d'Ampezzo tramite la Strada Statale 48 delle Dolomiti, una delle principali arterie di comunicazione delle Dolomiti.
Spettacolare lo scenario che ci offre la natura salendo in quota, ma non bisogna lasciarsi ingannare dalla strada: non si può affrontare la salita effettuando pieghe esagerate, il grip dell’asfalto non è perfetto per garantire la sicurezza ed, infatti, un po’ troppo entusiasti ci siamo poi tranquillizzati dopo alcune derapate in curva.
Un vento freddo ci aspetta al passo e il sole sembra non voler scaldarci, ci riposiamo un po’ e riprendiamo il nostro tour scendendo verso la turistica Cortina d’Ampezzo.

PASSO FALZAREGO

Arriviamo in breve a 1.224 m di quota e incastonata tra gli imponenti massicci dolomitici delle Tofane, del Monte Cristallo e del Monte Sorapis, sorge Cortina d'Ampezzo. I monti, il sole e la neve l'hanno resa famosa in tutto il mondo e qui VIP e campioni sono di casa.
Non ci fermiamo e speditamente, anche se le indicazioni stradali lasciano un pochino a desiderare e il traffico è abbastanza caotico, proseguiamo in direzione Auronzo e Passo Tre croci.
Il Passo Tre Croci (1805 m) è un valico alpino delle Dolomiti bellunesi, nella zona dell'Ampezzano, fra il monte Cristallo a nord e il Sorapiss a sud. Mette in comunicazione la valle del Boite e Cortina d'Ampezzo con la valle di Misurina. Presso il passo sono presenti diverse opere difensive (bunker) facenti parti del Vallo Alpino.
PASSO TRE CROCI
Ormai siamo impazienti e stanchi ci fermiamo giusto il tempo di un paio di foto e di nuovo in sella la nostra meta finale è ormai vicina, lo spettacolo delle dolomiti bellunesi ci affascina e il sole ancora caldo aumenta la bellezza dei luoghi e delle cime.
Ed eccoci finalmente alla meta l’incantevole paese di Auronzo di Cadore e il suo Lago.
Posto a 864 m. sul livello del mare e con circa 4000 abitanti, il comune di Auronzo si snoda per oltre 8 chilometri nel fondovalle più lungo del Cadore.
LAGO DI AURONZO
Il lago, alimentato dal torrente Ansiei e i suoi 11 affluenti, si è formato negli anni '30 con la costruzione di una diga che fa di Auronzo una spiaggia attrezzata, cornice di importanti competizioni di motonautica e di canoa. La diga prende il nome da una piccola chiesetta eretta in forme gotiche nel 1554 dall’architetto Nicolò Ruopel posta nelle sue immediate vicinanze. I lavori di costruzione iniziati nel 1930 terminarono solo dopo 2 anni. L’imponente manufatto, in calcestruzzo rivestito di pietra, è alto 55 metri ed ha uno spessore variabile tra i 35 metri della base e i 5,5 della sommità. L’invaso è lungo circa 2 Km. Lo sbarramento è percorribile a piedi ed è possibile effettuare una bellissima passeggiata attorno al lago seguendo la pista ciclabile costruita recentemente dall’amministrazione comunale di cui, tra l’altro, è in progetto un ampliamento.
 
Sotto il profilo architettonico vanno ricordate la settecentesca chiesa parrocchiale di S. Giustina a Villagrande, l'edificio di culto più vasto del Cadore, la chiesa di S. Lucano a Villapiccola, di stile neoclassico e la cinquecentesca chiesa di S. Caterina a Cella.
Fanno da sfondo al comune montagne come le Tre Cime di Lavaredo, i Cadini, la Croda dei Toni, il Corno del Doge, paradiso degli alpinisti e terreno di feroce contesa durante la Grande Guerra.
A Palus S.Marco si può addentrarsi nella foresta di Somadida donata nel 1463 dai Cadorini a Venezia per ricavare il legname necessario alla costruzione delle sue navi. Sotto il dominio della Serenissima Auronzo fu celebre anche per le sue miniere di piombo, zinco e argento, oggi esaurite.