NOI SEMPRE IN COMPETIZIONE

Mi rendo conto solo oggi di come eravamo incoscienti allora, ogni momento era buono per gareggiare con le nostre vespe, a quei tempi non era obbligatorio il casco e fortunatamente per noi non abbiamo mai avuto incidenti gravi, pero’……ho molte avventure da narrare e molte cadute divertenti da raccontare perchè risolte con lievi danni personali .
La competizione era sempre in agguato specialmente tra me (bonny)e Franchino noi avevamo le uniche vespe “cinquantini” elaborate del gruppo e la rivalità fra noi era sempre viva perchè altrimenti “as pardeva di pont” (si perdevano dei punti)  
Dio quel giorno che ridere … Quanti anni fa …Era una domenica estiva e come consuetudine ci ritrovavamo per organizzare il giro in montagna con le nostre ragazze, la decisione quel giorno fu “I Boschi di Carega”, (parco provinciale nel Comune di Sala Baganza) i nostri mezzi non erano certo affidabili come quelli di oggi e molte volte avevano problemi di freni così iniziò l’avventura tra me e Franchino.
Partenza da San Secondo componenti del mucchio Giuseppe (Beppe )con la Sandra , Giovanni (ganasa)con Annamaria, io con Stefania, Franchino con la Patty,(detta fra noi in modo affettuoso la rossa per i suoi capelli fulvi), Franco Bersellini, con la la Raffaella infine Michele, Fabrizio e l’immancabile Killer Vittorio, insomma eravamo al completo . 
L’ingaggio tra la Celestina e la Nerina cominciò (così erano chiamate le nostre vespe )dopo le prime schermaglie in pianura vinte da me perchè la mia vespa aveva i rapporti più lunghi ed ero più veloce… Cominciarono le prime salite e la gara si fece accesa: la vespa di Franchino aveva maggiore tiro avendo rapporti più ridotti e su in due restargli davanti era un impresa, lui mi era sempre a “culo” e aspettava il mio passo falso per infilarmi, gli chiudevo sempre le traiettorie e lui rimaneva dietro, gli urlavo “azi adree a ciapar la paga” stai prendendo la paga e l’adrenalina saliva. In un tratto pericoloso che io conoscevo bene per la discesa ripidissima e il tornante a gomito, mollai l’acceleratore, al contrario Franchino tenne aperto e mi infilò urlando e gesticolando sul sorpasso, ma la sua gioia durò poco perchè il discesone era in agguato, Franco aveva la vespa con pochi freni ed assistetti in diretta al mitico volo, provò in extremis a frenare con i piedi e vidi il fumo uscire dalle suole delle scarpe (clark) iniziò poi a derapare strusciando le pedane della vespa e scintille da tutte le parti la caduta era inevitabile: lui atterrò sulle ginocchia “aia” che botta, mentre alla povera Patty toccò rovinare nella piccola scarpata infestata di arbusti spinosi. Per fortuna l’incidente non fu grave, a parte abrasioni varie, decidemmo quindi di sospendere scommesse e gare, almeno per quel giorno.Che incoscienti che eravamo !!!!!