TRA STRADA E NATURA
( le foto della pagina sono di M. Bonazzi)
Quando la meta si sceglie a caso, cercando sulla cartina una strada tortuosa per poter “piegare”, il luogo prescelto si rivela migliore di viaggi pianificati e studiati nei minimi dettagli. E’ così che abbiamo scoperto la Val di Fumo (Parco Adamello Brenta)
Partiti, come al solito, in solitaria di buon mattino ci dirigiamo verso il lago d’Idro, per prendere poi la SS 237 che costeggia il lago stesso. Dopo una breve sosta a Ponte Caffaro per la colazione e la rituale cartolina “sfotò” a Paolo “Biaggi”, riprendiamo la strada atraversando la val di Chiese, che prende il suo nome dall’omonimo fiume che l’attraversa. A circa 17 Km da Ponte Caffaro troviamo l’indicazione per la Val di Daone. A 7 Km dal caseggiato di Daone c’è un grazioso lago artificiale: il lago di Boazzo, qui ci fermiamo per alcune foto ricordo.
Marco comincia “Dai dai c’andom ….” ( Dai dai che andiamo), si riprende la strada principale. Dopo alcuni Km un cartello indica che viaggiamo su di una strada privata dell’ENEL, comunque aperta al turismo…. Ma il bello viene adesso: intravediamo lo sbarramento di una diga che forma il lago Bissina, qui la strada termina in un piazzale-parcheggio.
A questo punto il motociclista viene messo davanti ad una scelta: o torna indietro (da dove è venuto) o lascia il suo mezzo a riposare tranquillo all’ombra di un albero e prosegue a piedi per più o meno facili percorsi lungo l’assolata val di Fumo. La nostra scelta naturalmente è caduta sul Rifugio Val di Fumo in cui  far tappa all’ora di pranzo. Dal parcheggio parte una strada sterrata che, seguendo il margine occidentale del bacino artificiale, giunge fino alla Malga Breguzzo. Il tratto che collega quest’ultima con il Rifugio Val di Fumo è invece percorso da un sentiero che, con una pendenza moderata, attraversa le boscaglie di pino mugo, i pascoli, le piane torbose che occupano il fondo della vallata mantenendosi sempre in prossimità del corso del fiume Chiese sno dandosi in un ambiente selvaggio e spettacolare. La presenza di pubblici esercizi sia all’inizio che alla fine del percorso e di punti di appoggio lungo lo stesso (costituiti da Malghe) rappresentano una garanzia di sicurezza per gli escursionisti.
                                                                                                                              Marco e Laura

Il lago di malga Bissina.

La grande ricchezza di acque che caratterizza la Val di Fumo è stata intensamente sfruttata a scopo idroelettrico.
Risalendo infatti l’intero solco vallico Val Daone – Val di Fumo sono ben tre bacini artificiali realizzati nel secondo dopoguerra: Ponte Muradin, Lago di Malga Bozzo, Lago di Malga Bissina. Gli ultimi due hanno causato la sommersione delle spianate in origine occupate dalle malghe che hanno dato loro il nome. In particolare il Lago di Malga Bissina con la sua capacità pari a 60.000.000 di mc di acqua rappresenta uno dei maggiori serbatoi artificiali di tutto il trentino. La grande diga che definisce, in calcestruzzo alleggerito da elementi cavi, con un altezza massima di 87 m, una lunghezza al coronamento di 561 m ed un volume pari 430.000 mc, è stata portata a compimento nel 1958. Un’apposita telecabina ne consente poi il raggiungimento anche nel periodo invernale, quando il manto di neve ed il pericolo di valanghe impediscono la percorrenza dalla normale strada di collegamento.
Il Parco Naturale Adamello - Brenta
E’ la più vasta area protetta del Trentino; con i suoi 618 Km. q comprende ad occidente la porzione trentina del massiccio dell’Adamello - Presanella e ad oriente l’intero gruppo montuoso del Brenta.
Il suo territorio è caratterizzato da una varietà di paesaggi notevolissima e vanta la presenza di inestimabili ricchezze naturalistiche.
Il gruppo dell’Adamello – Presanella è ricchissimo di acque fluenti, alimentate da ghiacciai, che formano suggestive cascate e numerosi laghi alpini.
Le sue cime fanno da corona alla Valle di Genova, autentico gioiello naturalistico.
Il gruppo di Brenta con il suo aspetto scenico e cromatico contrasta con la statica maestosità dei ghiacciai e delle vette del vicino Adamello; è una successione di cime, guglie, torrioni dalla fantasiosa architettura dolomitica che furono oggetto di memorabili imprese alpinistiche.
La popolazione faunistica del Parco comprende tutte le principali specie dell’arco alpino: camoscio, capriolo, cervo, marmotta, scoiattolo, lepre alpina, volpe, mustelidi quali ermellino e donnola; rapaci diurni e notturni tra cui acuila, ripeto, civetta, gufo reale; tetraonidi come gallo cedrone e forcello; ma tra tutti l’animale piu significativo è sicuramente l’orso bruno, presente con gli ultimi esemplari delle Alpi.
Boschi estesi di latifoglie e conifere ricoprono le pendici delle vallate, mentre la flora si pregia di numerose specie: dalla classica stella alpina, alla profumata nigritella, alle splendide orchidee tra le quali spicca la pianelle della Madonna, la più grande delle Alpi.
La Provincia Autonoma di Trento, con la legge provinciale 6 maggio 1988, n. 18, ha istituito l’Ente di gestione del Parco.
Presso il lago di Tovel funziona un centro visitatori destinato in futuro ad essere affiancato da altre strutture analoghe localizzate nei diversi settori territoriali dell’area protetta.