QUATTRO PASSI IN ALTA MONTAGNA


Ore 07:30. La giornata si presentava incerta, ma la voglia di partire era più forte del maltempo; l’itinerario è stato deciso in modo semplice e veloce: il tempio dei motociclisti “PASSO DELLO STELVIO”, ma forse non ci bastava ……………


Passo Gavia
                                                              Valle di Trafoi

Le strade per arrivare allo Stelvio sono due: decidiamo di percorrere la Valle delle Messi per raggiungere il “PASSO GAVIA” (2652 slm), lo spettacolo che si gode percorrendo la stradina (solo recentemente asfaltata) che porta al passo è incredibile, come molti altri luoghi alpini, perché viaggiare con ad un lato della piccola strada il vuoto e guardare giù e vedere i paesaggi appena attraversati allontanarsi e farsi più piccoli, sentire e percepire l’altezza delle montagne che ti circondano, comprendere la maestosità della natura e come l’uomo l’ha piegata alle proprie esigenze è unasensazione grande da provare.


                                                                                                                
Sul passo dello Stelvio
Di particolare bellezza sono i laghetti che precedono e seguono il passo. Il Lago nero (2386 m) è posto ai piedi del monte Gaviola, nella vasta depressione che precede di poco il Passo, lungo il sentiero antico. Facilmente raggiungibile anche dalla strada n. 300 del Gavia, il lago è inserito in uno splendido scenario alpino, con veduta sulla cresta Coleazzo – Ponticello – Punta di Pietra Rossa e sulle cime del gruppo adamellino, che si rispecchiano nelle sue limpidissime acque. Il lago, che appare scavato in un vasto terrazzo, quasi a strapiombo sui severi valloni che digradano sino alla piana si S. Apollonia, adagiato fra rocce grigie scure, è lungo 440 m, largo 300 e profondo 12,5 m; è di chiara origine glaciale. Il luogo è popolato da una ricca fauna: marmotte, cervi, caprioli, camosci, coturnici e pernici bianche. Sono stati ritrovati nella zona anche reperti preistorici. Svalicato il Passo Gavia troviamo il Lago Bianco a est del quale svetta l’elegante piramide del Corno dei Tre Signori. La sosta nel rifugio del passo è breve, ma ristoratrice perché il clima che ci ha accolto è freddo pungente; “dai dai c’andom” il viaggio è ancora lungo.
Si riparte alla volta di Santa Caterina Valfurva attraversando speditamente la graziosa valle ricoperta di foreste di conifere; in breve tempo arriviamo a Bormio (noto è il suo stabilimento termale) qui affrontiamo, percorrendo la Alta Valtellina, gli ultimi chilometri per arrivare all’agognata meta. Chi non ha vissuto l’esperienza di salire con la propria motocicletta al “PASSO DELLO STELVIO” non può nemmeno immaginare cosa sia e come sia l’emozione che ti pervade affrontando metro dopo metro, tornante dopo tornante la strada che ti accompagna al Passo. Sono sensazioni ed emozioni non definibili a parole sono soltanto da provare. Qualcuno può obbiettare che il paesaggio alpino dello Stelvio non è molto diverso da altri luoghi, o che ci sono siti più belli, ma il fascino che esercita lo Stelvio su noi due (forse su tutti i motociclisti) è di un’intensità estrema: qui l’aria è più rarefatta, si respira con maggior difficoltà ed il nostro motore, a causa della quota, incomincia a sbuffare.l passo si trova infatti a 2758 metri s.l.m. ed è oggi il secondo valico carrabile più alto delle Alpi. Sullo Stelvio è tutto un movimento di colori e di lingue diverse, un costante compenetrarsi di culture. 
Sulla strada che ci porta al passo sono da vedere le “cascate del Braulio”.E’ importane dire che ci troviamo nel parco nazionale dello Stelvio, fondato nel 1935 comprende le province di Sondrio, Brescia, Trento e Bolzano.
Una delle caratteristiche del Parco sono gli oltre cento ghiacciai, circondati da laghi grandi e piccoli, torrenti vorticosi e le spettacolari cascate. Assaporiamo il clima freddo,ma assolato, gustando il piacevole caos di moto, auto e bici … il tempo è troppo poco e dobbiamo riprendere la nostra strada.
Scendiamo lungo l’ardita strada della Valle di Trafoi, seguendo poi la val Venosta in direzione di Merano. Questa valle alpina è una vallata piuttosto secca con una media bassa di precipitazioni, però troviamo un tempo che non promette nulla di buono: nel cielo ci sono nuvoloni neri. Decidiamo una sosta all’ora di pranzo nel paesino di Forst di fronte all’omonima birreria; qui veniamo serviti da camerieri in costume tipico sud-tirolese e brindiamo al nostro viaggio con poca, ma ottima birra; nel frattempo fa di nuovo capolino il sole nel cielo. Se avessimo avuto il tempo si poteva effettuare una visita guidata alla birreria …. Però le ore corrono, dobbiamo riprendere la strada, altri chilometri ci attendono.

Ponte Sbarramento Lago S.Giustina
Giù giù percorrendo la Val Venosta arriviamo a Bolzano per prendere un breve tratto della Strada del Vino, .dirigendoci poi verso il “PASSO MENDOLA” (1363 m). Questo importante centro turistico è sovrastato dal Monte Roen e dal Penegal ed immerso fra superbe foreste d’abeti. Costituisce un privilegiato balcone con un vasto panorama sia sulle Dolomiti orientali che sulle cime del Gruppo del Brenta, dell’Ortles e delle Alpi Passirie. Nota caratteristica è la funicolare, recentemente ristrutturata, che con un balzo di 854 m da coprire in 12 minuti (godendosi l’incantevole panorama) raggiunge a valle la stazione di S. Antonio e da qui si può far visita al famoso Lago di Caldano. Salendo, con un ora di cammino, al monte Penegal è d’obbligo far tappa alla torre panoramica. Al “Mendola” troviamo un clima gradevole con un bel sole caldo, non c’è tempo per abbronzarsi dobbiamo ripartire!!!!!
Ci incamminiamo in direzione del Passo del Tonale. Costeggiamo così anche il lago di S. Giustina, pur essendo artificiale (sbarrato da una possente diga alta 152,50 m del 1950) è armonizzato col paesaggio circostante. Si estende per una superficie di 4 kmq e una profondità massima di 150 m , lungo 7,5 km largo 1,5; è il più largo lago artificiale del Trentino, si divide in due rami Noce a nord-ovest, Novella a nord-est. 
Le acque di Santa Giustina alimentano la sottostante grande centrale elettrica di Taio. Ammiriamo il lago senza poterci fermare.
Eccoci finalmente al “PASSO DEL TONALE” (1884 m comune di Vermiglio) ultimo passo alpino della giornata: qui piove, una pioggerellina leggera che non ci spaventa più di tanto. Il passo è il limite occidentale della Val di Sole. Terra contesa nelle grandi guerre, teatro di aspre battaglie, le montagne attorno al passo (Adamello-Presanella Ortles-Cevedale) sono ancora oggi disseminate di residuati bellici e fortificazioni, alcune delle quali ristrutturate ed adibite a musei. Entriamo a riscaldarci in un bar del Passo di fronte agli impianti di risalita. (Nell’area sciistica del Passo del Tonale si può praticare lo sci estivo in quota sul ghiacciaio a ridosso della cima Presena). Presto rifocillati riprendiamo la strada n 42 verso Edolo e si prosegue costeggiando il Lago d’Iseo (qui  all’ora del rientro c’è un traffico da paura). Ore 20:40 riusciamo a posteggiare la nostra moto in garage stanchi, ma soddisfatti dei nostri 750 km. percorsi in montagna.
NOTE: il viaggio può essere massacrante se non si parte con lo spirito giusto.

                                                                                                                                                 
Marco e Laura

Le foto non sono state scattate nella giornata descritta, ma in altre occasioni nei medesimi luoghi